janie_tangerine: (clint eastwood)
[personal profile] janie_tangerine

L’indirizzo ce l’ho

Rintracciarti non è un problema

Ti telefonerò, ti offrirò una serata strana

 

Eddie si fermò di fronte al piccolo lago sul sentiero, specchiandosi nell’acqua per la ventesima volta quel giorno.

 

I capelli appena più lunghi di come li aveva quando aveva lasciato New York erano puliti e sistemati; aveva lavato la camicia bianca per la strada fino ad eliminare ogni traccia di polvere ed era stato un bruttissimo lavoro.

 

Ma adesso era pronto e non doveva tirarsi indietro.

 

Ok, era ridicolo. Sembrava un maledetto dodicenne. Ma il fatto era che non voleva fare passi falsi. Susannah gli era piaciuta fin dal primo momento in cui era passata da quella porta, anche se si chiamava ancora Odetta all’epoca. Non aveva le gambe, vero, e allora? Era sempre una bellissima donna, con quegli occhi grandi e neri, quel corpo perfetto, le labbra piene, il sorriso, insomma, tutto. e quindi aveva deciso di chiederle un appuntamento.

 

Certo, non poteva portarla a cena al ristorante più costoso di Manhattan, ma poteva sempre arrangiarsi in qualche modo, bastava che stessero un po’ da soli, alla fine, e il brutto spilungone poteva restare con Jake. Era teso, tesissimo, alla fine non era mai uscito con una ragazza nel vero senso dell’espressione, e Susannah gli piaceva davvero. E se doveva ricominciare da zero voleva ricominciare bene. Stava per tornare al campo, quando vide un cespuglio di rose bianche lungo la strada. Ma certo! Si fermò e cominciò a staccarne qualcuna…

 

Dieci minuti dopo si era bello che graffiato tutte le dita, ma aveva in mano un bel mazzo di fiori. Perlomeno quello… li avvolse in un fazzoletto che aveva nella tasca dei jeans da quando era partito da New York e tornò al campo.

 

Però prima di farsi avanti rimase un po’ nascosto, per vedere la situazione.

 

Roland stava parlando con Jake e smanettava con la Ruger. Susannah era da sola e stava accendendo il fuoco. Perfetto, almeno per una volta aveva fortuna.

 

Si avvicinò velocemente a lei e tossì a bassa voce. Susannah si girò sorridendogli… dio se era bella.

 

“Ciao.”

“Salve a te. Volevi chiedermi qualcosa?”

“Beh… vedi… sì. Ecco, non so come la prenderai ma è da… mh, parecchio tempo che… beh… insomma mi… mi piaci parecchio e quindi volevo chiederti se una di queste sere ti andrebbe di… beh non posso dire uscire insieme perché questa non mi pare una situazione da uscire insieme e non c’è neanche un cazzo di cinema dove andare, in caso, ma se… non so, potessimo andare da soli da qualche parte…”

 

E poi le porse i fiori. Cazzo, non si era mai visto un invito più disastroso. Lei però sembrava piacevolmente sorpresa.

 

“Wow. Ai miei tempi non avrei immaginato che uno stupido ragazzo bianco mi invitasse a cena, ma non sono i miei tempi, non più, quindi… d’accordo. Domani?”

“Benissimo.”

 

Forse non lo dava a vedere ma il cuore gli stava scoppiando. Aveva accettato!

 

Il pretesto lo sai, quattro dischi e un po’ di whisky

Sarò grande vedrai, fammi spazio e allora mi dirai

Che maschio sei!

 

Certo, gli dispiaceva non avere a disposizione tutto quello che di solito ci si procurava durante gli appuntamenti; non aveva né musica né alcolici, cazzo… ma avrebbe fatto senza, sì. Anzi, se si arrangiava bene avrebbe fatto anche un’impressione migliore… sicuro! Il giorno dopo non si erano mossi per fare una pausa e quindi aveva dedicato tutto il suo tempo a far sì che il suo appuntamento fosse un successo. Mise la seconda camicia, quella pulita, e i suoi jeans di NY, anche se avevano qualche strappo. Si sistemò bene i capelli in modo da scoprire il viso; poi da un altro paio di cespugli raccolse dei fiori celesti e viola, per mettere insieme un mazzo un poco più vario. Oh, sì, sarebbe andato bene. anzi, alla grande.

 

Quando fu il momento, prese un gran bel respiro e iniziò a dirigersi verso la radura convenuta. Non lo dava a vedere ma era nervosissimo. Cazzo, non aveva mai avuto un appuntamento serio, non in quel senso (e con Henry di mezzo comunque comprare i fiori alla tua ragazza era da sorellina), ma era fermamente intenzionato a far sì che andasse tutto liscio.

 

Sorrise per incoraggiarsi e arrivò alla radura, dove Susannah era seduta su una coperta distesa sul prato; aveva indosso un vestito che si era cucita in qualche modo, semplicissimo, che terminava sopra le ginocchia, di un bianco panna che contrastava in maniera deliziosa con la pelle scura. I capelli erano sciolti sulle spalle, sorrideva con le labbra appena curvate in su ed Eddie sentì un milione di farfalline svolazzargli nello stomaco.

 

Si sentiva un quindicenne con la sua prima ragazza… cercò di non pensare al fatto che per metà non era che fosse del tutto falso. Si avvicinò e le porse i fiori (per fortuna le piacevano); passò poi una buona mezz’ora di conversazione come non ne avevano mai fatta prima, e che conversazione poi! Susannah aveva proprio una bella voce, gli sarebbe piaciuto sentirla cantare, ma gli piaceva anche il fatto che non fosse solo tutta bellezza, e ci sarebbe mancato altro. Era intelligente, sapeva quello che diceva e come dirlo e sospettava fortemente che avesse letto più libri lei che lui, Henry, gli amici di Henry, sua madre… insomma, tutte le persone che aveva conosciuto in vita sua messe insieme.

 

Che donna, che donna.

 

Quando finalmente si baciarono, sentì il corpo scuotersi per i brividi. Le labbra di Susannah erano morbide, tiepide, dolci. Non potè così fare niente di più che poggiarle una mano sul fianco, ma gli piaceva sentire il corpo della ragazza sotto le sue dita.

 

Non riusciva a credere che una donna del genere stesse accettando di andare con lui. Insomma, era… a galassie di distanza da lui, che non riusciva a non sentirsi almeno un po’ in soggezione; ma intanto stava accettando. Perché però, quando si staccarono, aveva un sorriso enigmatico su quel suo bel viso?

 

“C’è… qualche problema?”

“Certo che no! però… avrei una proposta da farti.”

“Ovvero?”

 

Lui chi è? Il suo ruolo mi spieghi qual è?

Come mai l’hai portato con te?

Io volevo incontrarti da sola, semmai…

Lui chi è, lui cos’è

Già è difficile farlo con te, mollalo!

 

“Vedi, avevo una qualche idea che saremmo arrivati qui e…”

“…e?”

“Ho pensato che a questo punto potremmo fare qualcosa di… originale, per quanto si possa qui.”

“Ovvero?”

 

Susannah si girò verso la parte opposta della radura facendo un cenno; ed Eddie non riuscì a trattenere il suo stupore quando dagli alberi uscì alla luce della luna il solo e unico Roland Deschain, senza la pistola alla cinta dei jeans stretti, la camicia di pelle di daino un poco aperta e il cappello calato sugli occhi.

 

“Ehm… intendi che…”

“… potrebbe unirsi a noi!”

“Ma… perché?”

“Renderebbe il tutto più movimentato! Pensaci su…”

 

Eddie si ritrovò spiazzato. Non sapeva proprio che cazzo dire… né cosa fare se era per quello. Non… non si aspettava proprio che Susannah stesse programmando una cosa del genere! Che… che doveva fare? Non riusciva neppure a pensarci! D’accordo, solo per il fatto che ad Henry i froci stavano sulle palle non aveva mai avuto niente contro i gay o come volevi chiamarli, ma dal non avere niente contro al fare… una… una cosa a tre con un altro uomo di mezzo ce ne era di strada!

 

Roland da parte sua si era fermato in piedi lì accanto senza dire una parola ed Eddie si sentiva sinceramente inquietato.

E che cazzo, possibile che non andasse mai niente completamente liscio? Cielo, se Henry l’avesse visto in quel momento sarebbe morto dalle risate.

 

Cazzo, e ora che faceva?

 

“Ma… cioè… dobbiamo proprio?”

“Perché no?”

“Ecco… ero venuto con l’idea di incontrarti da sola… e già… beh..”

 

Già sarebbe difficile in due, figuriamoci in tre, voleva dire, ma si fermò lì. Susannah però sembrava intenzionata a non cedere.

 

Argh.

 

Mi aspettavo lo sai, un rapporto un po’ più normale

Nell’eventualità, trovare una collocazione

Ora spiegami dai

L’atteggiamento che dovrò adottare

Perché io rischierei, di ritrovarmi al buio tra le braccia lui

Non è il mio tipo!

 

Il fatto era che per una santa volta aveva sperato in una relazione normale come quelle che aveva sempre invidiato, ma… a tre non era normale, no. E che cazzo… sperava che con lei potesse… non sapeva come dirlo, insomma, volersi bene, stare insieme, ecco. Avere un minimo di quotidianità, di normalità in quella specie di pazzia in cui erano finiti. E poi cazzo, si trattava di Roland, del… del brutto spilungone! Non aveva mai provato desiderio per un uomo, e per Roland meno che per tutti!

 

“Mi… mi spiegheresti che dovrei fare, Suze?”

“Mah… lascia che le cose vadano come debbono e vedi che sarà molto facile di come pensi!”

“Ma… non è il mio tipo!”, sibilò tra i denti.

“E tu che ne sai?”

 

Non riuscì a risponderle niente. Roland, da parte sua, non faceva ancora niente. E ad Eddie rimase solo da riflettere e decidere.

 

Ora, lui voleva Susannah. Davvero. Se l’unico modo era lasciare che ci fosse anche Roland di mezzo, avrebbe sopportato e pace.

 

“Mah… alla fine… ok, posso provare.”

“Oh, lo sapevo che avresti fatto la scelta giusta!”

 

Quando lei gli lanciò le braccia al collo decise che avrebbe sopportato volentieri cento Roland solo per quello.

 

Il triangolo no, non l’avevo considerato

D’accordo ci proverò, la geometria non è un reato

 

Ma appena le labbra di Susannah si staccarono dalle sue, sentì due mani sulle sue spalle, appena appoggiate. Si girò e due occhi stretti, blu e che sembravano ghiacciati e ardenti allo stesso tempo fissarono i suoi.

 

Gli occhi azzurri di Roland erano quanto di più diverso ci fosse da quelli di Susannah. Lei li aveva grandi, lui stretti, quelli di lei erano neri e caldi, quelli di lui celesti e gelidi, ma in quel momento il fuoco che bruciava nelle fessure blu gli provocò un paio di spasmi indesiderati che iniziarono a scorrergli per tutto il corpo. In quel momento gli sembrava più Clint Eastwood di quanto gli sembrasse di solito (perché si ricordava giusto adesso che quando aveva visto per un pugno di dollari per la prima volta aveva pensato che quel tizio senza nome aveva proprio un bel sex appeal e non aveva osato pensarci più, dopo, perché sarebbe finito sotto un ponte se si fosse saputo?)

ma evitò di pensarci e si limitò a cercare di sostenere quello sguardo.

 

Non avrebbe dovuto sentirsi così, no, ma… ma cedette e lasciò che le sue labbra si poggiassero su quelle di Roland, cedendo poi del tutto quando la lingua dell’altro cominciò ad esplorargli la bocca. Cazzo se erano due cose completamente diverse. Quando Roland gliele lasciò, Susannah era lì accanto e si assicurò anche lei un bacio dal signor Deschain, mentre Eddie optò per abbassarle piano il vestito, scoprendole la schiena, per poi iniziare a baciarla sulle spalle e sulla nuca, approfittandone anche per sfiorare con le labbra le mani di Roland che le tenevano ferma. Sentiva che anche Susannah stava rabbrividendo; ottimo.

 

Il vestito cadde sulla coperta mentre Susannah toglieva a Roland la camicia, che raggiunse il vestito in una questione di secondi. Eddie non riuscì a trattenersi dal fissare come incantato il petto di Roland, dove risaltavano i muscoli e le cicatrici, la pelle scura e bruciata dal sole, le spalle larghe, le mani con quelle dita lunghe e sottili o perlomeno la sinistra e quello che rimaneva della destra; e se Clint Eastwood era sexy, beh, doveva ammettere che Roland era… ancora più sexy. Molto, molto di più.

 

Stava per togliersi la sua, di camicia, quando Roland alzò la mano mutilata dalla spalla di Susannah fermandolo. Poi lasciò, per il momento, e si avvicinò a lui.

 

“Per questo mi ero prenotato io.”

 

Portò entrambe le mani sul suo colletto; quella senza le dita la poggiò sulla nuca di Eddie, l’altra la usò per aprirgli la camicia e allo stesso tempo sfiorargli lo sterno con la punta dell’anulare. Eddie rimase quasi scioccato quando vide che per una minima frazione di secondo Roland si era leccato le labbra.

 

Poteva crederci?

 

Roland lo baciò ancora, con forza, mentre la camicia bianca di Eddie raggiungeva gli altri vestiti; intanto Susannah si era messa dietro ad Eddie, portandogli le mani intorno alla vita e slacciandogli i jeans. A quel punto Eddie pensò bene di fare lo stesso con Roland, per quanto le sue capacità di ragionamento gli permettessero. Si stava sentendo bruciare.

 

Presto furono tutti e tre nudi sulla coperta; Eddie rabbrividiva per il piacere sentendo le mani di Roland scorrere su e giù per i suoi fianchi mentre lui baciava ancora Susannah, accarezzandole piano un seno con una mano e stringendole la vita con l’altro braccio, massaggiando il punto sopra il bacino, alla fine delle schiena. Sussultò quando le labbra di Roland si chiusero sulla sua eccitazione e riuscì solo a stringere più forte lei e a baciarla con più forza, e fu la sua fortuna, perché se avesse avuto la bocca non occupata quando Roland lo lasciò pochi istanti prima dell’inevitabile, l’avrebbe mandato perlomeno a dieci inferni diversi.

 

Ma stava ancora baciando Susannah, quindi non lo fece; poi però lei lo lasciò per baciare Roland.

Eddie aveva una mezza idea di sapere perché le labbra dell’altro fossero ancora coperte da qualcosa di lucido.

Roland la accolse volentieri mentre Eddie, vista la situazione, decise di mettersi ancora dietro di lei stringendola da dietro, massaggiandole il ventre e baciandole il collo, mordendole ogni tanto la pelle. Mai si sarebbe immaginato di finire in una situazione del genere; ma gli stava davvero piacendo, per quanto non volesse ammetterlo.

 

Sussultò quando Susannah si chinò in basso facendo quello che Roland aveva fatto prima con lui; non ci pensò più quando le labbra di Roland furono sulle sue per qualche secondo e poi si spostarono sui suoi polsi, baciando quello che rimaneva delle sue cicatrici da troppo-uso-di-eroina. Anche Susannah lasciò Roland pochi secondi prima per poi baciare lui.

 

Era chiaro, Susannah sapeva… di Roland. Ed era un buon sapore, davvero.

Era rimasto senza respiro, non riuscì a reagire quando Susannah si girò di nuovo verso Roland facendo intuire che era ora di passare a qualcos’altro. Quei due dovevano aver pianificato tutto, dannazione a loro.

 

“Sei proprio sicura?”, chiese lui senza scomporsi troppo.

“Dopo il cerchio? Sarà una passeggiata. E poi voglio finire bene come abbiamo iniziato.”

 

Roland sembrava quasi divertirsi, quasi. Ma la baciò ancora subito dopo, facendola distendere sulla coperta, ed Eddie non riuscì a non sentirsi ancora più su di giri nel vedere Susannah graffiare la schiena di Roland mentre spingeva dentro di lei, sempre più veloce, fino a quando non raggiunse l’orgasmo… anche se sembrava che a lei non fosse ancora successo.

 

Poteva credere che fosse riuscita a trattenersi apposta per…

 

Non finì il pensiero perché Roland la lasciò e lei gli fece segno di venire da quella parte. La baciò piano, prendendosi tutto il tempo necessario, rabbrividendo ancora, sentendo le dita lunghe e sottili e curate di Susannah tra i suoi capelli, no, non aveva fretta. Quel corpo era caldo e perfetto sotto il suo, era un piacere carezzare le curve morbide dei suoi fianchi e baciare il suo collo, e poi anche lui realizzò quello che desiderava da tempo, nel momento in cui cominciò a spingere dentro di lei, sentendola gemere di piacere, fino a fare raggiungere un orgasmo liberatorio, tanto che non si preoccupò troppo del fatto che primo, era stato troppo breve e secondo, appunto per quello lui, all’orgasmo, non ci era arrivato.

 

Non ebbe troppo tempo per lamentarsi però; lo sguardo di Roland che incrociò il suo quando Susannah si fece da parte soddisfatta gli avrebbe fatto crollare le ginocchia, se fosse stato in piedi. Ammetteva di non averci pensato, ad una fine del genere; ma non voleva proprio tirarsi indietro. Non sapeva come cazzo facesse Roland ad essere già eccitato, di nuovo, ma alla fine che gliene importava? Si sdraiò sulla coperta lasciando che Roland si portasse sopra di lui baciandolo ancora; qualche secondo dopo aveva già spalancato le gambe e non riuscì neanche a lamentarsi quando le dita della sinistra di Roland cominciarono a prepararlo, visto il piacere che gli procuravano i baci dell’altro sul suo collo; era definitivamente abbastanza per distrarlo.

 

Certo, quando Roland tolse le sue dita e cominciò a penetrarlo per poco non urlò davvero, per quanto male gli faceva; ma poco dopo le dita che stringevano febbrilmente la coperta la lasciarono e salirono sulla schiena di Roland, lo pregò di andare avanti, di andare più veloce; e Roland lo fece senza dire nulla fino a quando non sentì un’ondata di piacere scuotergli tutto il corpo e venne nello stesso momento in cui Roland veniva dentro di lui, restando ancora con il corpo scosso da tremori per un paio di minuti.

 

---

 

Susannah riaprì gli occhi almeno un’oretta dopo, mentre tutti e tre dormivano ammassati in disordine, lei accanto ad Eddie ed Eddie stretto contro il petto di Roland.

 

Non ci avrebbe sperato in uno svolgimento così liscio.

 

Garantisci per lui, per questo amore un po’ articolato

 

D’altronde, avere due uomini del genere nel proprio letto, metaforicamente, non era qualcosa che qualunque donna seria non avrebbe desiderato?

 

Sorrise e richiuse gli occhi; chiunque, nel suo ultimo sguardo e in quel sorriso, avrebbe riconosciuto Detta Walker.

 

---

 

Jake tornò al campo regolare fischiando a bassa voce.

 

Cazzo.

 

Chi gli aveva insegnato a girare da solo la notte?

 

---

 

Perché io rischierei, ma il triangolo io lo rifarei… lo rifarei!

 

Quando Eddie aprì gli occhi e sentì il braccio di Roland stretto intorno alla sua vita non si stupì più di tanto; anzi, era piacevole. Sul serio. Si sentiva benissimo. Susannah era già sveglia di fronte e lui e si era già rivestita; lo guardava con aria parecchio soddisfatta e lo baciò ancora a fior di labbra.

 

“Allora?”

“Niente male. Proprio niente male.”

“Eddie… lo rifaresti, vero?”

 

Eddie chiuse gli occhi qualche secondo, crogiolandosi nel calore del corpo di Roland; poi li riaprì, pronto a rispondere.

 

“Perché no? Lo rifarei sì…”

 

---

 

Jake intanto stava osservando tutto con gli occhi di fuori, visto che non tornavano ed era andato a cercarli. E cavolo, non poteva dire che ora fosse ma il sole era sorto, e da parecchio.

 

Beh… meglio in… buoni rapporti che niente, no? Gli faceva strano, quello sì, ma… beh… effettivamente c’era qualcosa che non fosse strano o folle, in tutta quella situazione?

 

No, non c’era.

 

Beh, se avevano bisogno di aiuto con gli angoli, lui era sempre stato bravo in geometria. Poteva suggerire qualche idea.

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